martedì 3 gennaio 2012

22/11/63: un ottimo Stephen King in viaggio nel tempo



22/11/63: una data che ai meno informati non dice nulla, una data che per tutti gli altri potrebbe essere lo spartiacque tra il mondo che poteva essere e il mondo che non è stato.
Il 22 Novembre 1963 John Fitzgerald Kennedy venne assassinato mentre era in visita a Dallas. La mano che premette il grilletto (secondo le ipotesi più plausibili) era quella di Lee Harvey Oswald, un ex marines dalle idee filo comuniste.
Un gesto quello di Oswald che ha cambiato la storia. Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse impedito l’assassinio di JFK? Ci sarebbe stata la guerra in Vietnam? Sarebbero morti ugualmente personaggi come Martin Luther King o lo stesso Robert Kennedy?
Da queste domande prende spunto 22/11/63, nuovo romanzo dell’iperproduttivo Stephen King. Per l’occasione il “Re del Brivido” mette da parte l’horror a lui congeniale e mescola un pizzico di fantascienza a tanta storia, ottenendo a mio parere un libro godibilissimo dalla prima all’ultima parola.

TRAMA: Jake Epping è un tranquillo professore di inglese di Lisbon Falls (Maine). Da quando la moglie Christy lo ha lasciato, egli trascorre molto tempo nella tavola calda dell’amico Al.  Un giorno viene a sapere da quest’ultimo che nel retro della sua bottega si nasconde un passaggio temporale, che se attraversato porta indietro nel 1958.Precisamente alle ore 11.58 del 9 Settembre. Non importa quanto tempo si resti nel passato, al ritorno saranno passati soltanto due minuti. Così Al, che aveva vissuto nel passato per quasi 5 anni, chiede all’amico Jake di portare a termine una missione che lo ossessiona da tempo : salvare la vita di John Kennedy. Jake ,dopo alcune riluttanze decide di accettare il compito e trasferirsi così nel 1958, sotto il nome di George Amberson. Durante il suo viaggio nel tempo riscoprirà l’amore, si innamorerà dei favolosi anni ’50 e ’60 e di un mondo che sembrava dimenticato nell’era di Internet. Un mondo che lo assorbirà sempre di più, tra la sua missione e l’amore per Sadie. Jake/George è pronto a cambiare la storia, ma scoprirà che una forza avversa agisce contro di lui, perché il passato “non vuole essere cambiato”.

King sfrutta l’espediente del “rabbit hole” per spiegare i viaggi nel tempo di Al e Jake. Lo stile del Re è sempre coinvolgente, la narrazione in prima persona permette al lettore di immedesimarsi nel personaggio, sentire le sue emozioni, condividere la sua missione.
La descrizione degli anni ’50 e ’60 è magistrale, ci si trova totalmente immersi in un’ epoca per certi versi inimitabile, con i suoi lati buoni e quelli  cattivi. Se da un lato la gente sembra più aperta verso il prossimo, dall’altro Jake si trova a vivere in un paese dove l’odio razziale è ancora alle stelle, dove i neri sono solo “negri”. La descrizione di quegli anni è davvero meticolosa, il Re descrive alla perfezione ogni aspetto della vita di allora,  così come da parecchie informazioni sulla vita di Lee Oswald. Il protagonista segue infatti gli spostamenti dell’assassino, cercando di scoprire che questi effettivamente lo sia prima di agire per fermarlo.
Oltre all’intreccio principale, quello relativo ad Oswald, King ci offre una squisita parte centrale, ambientata a Jodie. Qui il protagonista decide di stabilirsi, insegnando nel liceo locale per sbarcare il lunario e trova l’amore in Sadie, nuova bibliotecaria della scuola.  Tra i due nasce una bellissima storia d’amore, che sembra cadere sotto le bugie (a fin di bene) di Jake/George sulla sua identità. Il fatto che lui venga proprio da un altro mondo e da un altro tempo sembra ostacolo insormontabile tra i due. La cittadina di Jodie coi suoi abitanti diventa essa stessa protagonista del romanzo, durante la lettura sembra di conoscere la città come fosse la propria. Un merito che ha sempre avuto King è quello di saper interessare il lettore, anche con le storie più banali (L’acchiappasogni del 2001 ne è un esempio).
Non è il caso di 22/11/63, che per 780 pagine affascina chi legge, che da un lato non vede l’ora di scoprire come va a finire la missione di Jake, ma che dall’altro vorrebbe restare ancora “intrappolato” nella tranquilla e accogliente Jodie.
Lo stesso protagonista è combattuto se tornare “indietro” nel 2011 o restare per sempre lì nei favolosi anni Sessanta, in cui iniziavano a fare capolino i Beatles e i Rolling Stones.
Per i più assidui seguaci del re anche un'auto-citazione della sua opera più riuscita. La parte ambientata a Derry (cittadina immancabile nei suoi romanzi!), parla di un certo assassino che andava in giro vestito da clown... ricorda nulla?
Chi scrive questa pseudo-recensione ha sempre trovato nei finali il punto debole di Stephen King. Si dà il caso che invece il finale di 22/11/63 non sia affatto debole, ma  invita a riflettere sulle implicazioni dei (purtroppo impossibili nella realtà) viaggi nel tempo. Un interessante punto di vista su cosa sarebbe successo se Kennedy non fosse mai stato assassinato. E una meravigliosa riflessione  anche sull’amore, con quel finale un po’ amaro ma che arriva dritto al cuore di chi legge.
22/11/63 non è il capolavoro di Stephen King (per quello leggere It o L’Ombra dello Scorpione), ma è un ottimo libro, capace di trasportare via il lettore dal mondo reale e trasferirlo nelle proprie pagine, come se fosse esso stesso parte della storia.
Qualcosa di stupendo che solo un ottimo libro riesce a fare.