martedì 22 marzo 2011

Non è guerra, è "esportazione di democrazia"!

Sabato 19 Marzo, ore 17:45
Partono i primi caccia francesi pronti a bombardare Bengasi e a mettere fine al regime di Gheddafi. E' praticamente iniziata una nuova guerra, un nuovo tentativo di esportare democrazia in una terra afflitta dalla dittatura. Devo dire che arriviamo un po in ritardo eh, Gheddafi non è uscito ora dal liceo per dittatori ed è nei suoi 3 mesi di prova. Diciamo che sta li da più o meno quarant'anni, ma noi ci accorgiamo della dittatura solo ora. La nostra 150enne Italia poi si copre come sempre di ridicolo. Prima bacia le mani al dittatore, firma trattati di Amicizia, firma accordi commerciali. E poi, appena gli americani e i loro alleati decidono di usare le maniere forti contro "l'amico Gheddafi" si prostrano subito al loro volere. Le nostre basi, i nostri aerei, e tra un po' anche i nostri soldati... Siamo sempre al servizio degli americani, e dei loro scagnozzi francesi e inglesi.
Pronti a sottometterci come uno zerbino qualunque..
A me pare che quella libica non sia l'unica dittatura però questo gruppo di esportatori di democrazia sembra non saperlo. Mezza Africa è sotto dittatura, ma si interviene solo li. Inutile nascondersi sotto falsi proclami, se francesi, americani e inglesi vanno li non è certo per regalare al popolo libico la libertà. Si va in Libia perchè c'è il petrolio e il gas. Punto. Inutile sentire i soliti discorsi degli Alleati che parlano di valori, libertè, egalitè, democrazia...son tutti concetti finti, usati per giustificarsi con i propri popoli.
E' una guerra a scopo prettamente economico, se verrà deposto il generale le potenze si spartiranno le ricchezze di quella terra. E molto probabilmente l'Italia prenderà le briciole, come sempre. L'Italia che in Libia ha molti interessi economici la prenderà in quel posto, mentre francesi, inglesi e americani brinderanno alle loro nuove conquiste.
Le dittature nel mondo attualmente sono circa 40, ma evidentemente ci sono dittatori di serie A e dittatori di serie B. Gheddafi è uno di serie A, uno di quelli che va assolutamente rimosso. Poi se c'è tempo si pensa agli altri. Oh, i Bombaroli della Libertà mica possono pensare a tutto loro eh...

Cari popoli oppressi, abbiate pazienza, se non avete il petrolio come potete pretendere di essere liberati?

giovedì 17 marzo 2011

Viva l'Italia Unita... ma gli italiani lo sono?


Finalmente il 17 Marzo è arrivato, la celebrazione in pompa magna dei 150 anni dell'Unità d'Italia può avere inizio. E' da più di un anno che si prepara questa giornata, che si fa polemica su questa giornata. Si, in Italia si polemizza anche su questo. C'è gente che proprio la parola Italia non la vuole sentire, che la bandiera tricolore non la vuol vedere, che l'Inno di Mameli non lo vuol cantare. Questa gente di solito va in giro con cravatte verdi nei palazzi del potere a Roma e in parecchie città del Nord. Questa gente scappa via al minimo cenno di italianità, inorridisce se gli si dice che ha la stessa cittadinanza di altra gente che abita un po' più in giu' dell'Emilia Romagna. Per questa gente quel 17 Marzo del 1861 è quasi una disgrazia, mentre tutti parlano di Unità, loro parlano di secessione. La mia impressione è che esiste l'Italia, ma l'unità vera e propria è ancora lontana.
Poi c'è il popolo, quel popolo che non brilla certo per patriottismo. Quel popolo che magari festeggia puttanate assurde provenienti da altre nazioni, come ad esempio Halloween o la festa di San Patrizio. Per carità, saranno tradizioni anche affascinanti, ma sono tradizioni che non ci appartengono, noi siamo italiani, non siamo mica americani o irlandesi. Siamo pronti a difendere e a fare nostra qualunque cosa venga dall'estero, ma siamo pronti a criticare qualsiasi cosa venga dall'Italia. Siamo esterofili, in parte anche a ragione se si considera in che stato versa la salute del nostro Paese. L'unico momento che unisce davvero gli italiani è una partita della Nazionale, escludendo sempre quelli che girano in cravatta verde.
Quello che più mi incuriosisce è il fatto che di questa ricorrenza ci si ricordi solo dopo 150 anni. Per intenderci, gli altri anni qualcuno ha sentito parlare di Unità d'Italia e annesse celebrazioni in pompa magna? Io l'Unità d'Italia l'ho vista solo sui libri di scuola. Credo che una ricorrenza del genere vada celebrata tutti gli anni, non solo quando si raggiunge una cifra tonda e bella da scrivere sui manifesti o sui giornali. Vedo nazioni come Stati Uniti e Francia che ogni anno sono unite nelle loro feste nazionali, che vivono il momento come un unico popolo festante e gioioso. Il 4 Luglio in America è sempre festeggiato a dovere, cosi come il 14 Luglio in Francia.
In Italia prima di quest'anno mai nulla sull'Unità d'Italia, eppure mi sembra che la nascita di una nazione, di un popolo vada onorata sempre, e non solo una volta ogni cinquant'anni. La festa di quest'anno sembra quasi una forzatura, un qualcosa che va fatto solo per onorare la scadenza centocinquantennale.
E poi sinceramente molta gente pensa ci sia poco da festeggiare, forse questo è il momento in cui non si può essere tanto fieri di essere italiani.
In Italia c'è crisi, all'estero ci prendono in giro, ci sbeffeggiano. L'italiano ha poca voglia di festeggiare, preferirebbe che qualcuno risolva i problemi del Paese, ammesso che ci sia qualcuno in grado di farlo. C'è poco da stare uniti, ognuno tenta di accaparrarsi il suo piccolo spazio di serenità a discapito di qualcun'altro meno furbo.
Però oggi è festa, tutti abbracciati l'un l'altro a fare finta che vada tutto bene. Per azzannarci e fregarci l'un l'altro c'è tutto l'anno. L'Italia è una sola nazione, ma ancora non è un solo popolo, non ha un anima unica. La strada da fare è ancora lunga perchè si possa dire che l'Italia è veramente unita.

L'Italia è stata fatta 150 anni fa, ora è possibile fare anche gli italiani?
Nell'attesa, AUGURI ITALIA!

sabato 12 marzo 2011

Quando la natura si ribella: Giappone in ginocchio

Sembrano le scene di un film, un apocalisse di celluloide davanti alla quale ingurgitare infiniti sacchetti di pop corn sulla comoda poltrona di un cinema. Invece no, è la realtà, una realtà perentoria, inarrestabile. La realtà di una natura che non conosce argini, tant'è che a leccarsi le ferite è un paese come il Giappone, preparatissimo ad eventi catastrofici come questo. Una nazione in cui i propri abitanti imparano a conoscere il terremoto fin dalla culla, tanto è alto il rischio sismico in queste zone. Ogni giapponese sa quello che deve fare in caso di sisma, gli edifici giapponesi sono costruiti con tecnologie apposite, avanti mille anni luce rispetto a molti altri paesi (Italia, tanto per intenderci....). Eppure, non c'è stato modo di fermare quella macchina di distruzione che è la natura quando si infuria, come si ferma uno tsunami che genera onde alte 10 metri? Qui la tecnologia e la preparazione non può aiutare molto, la natura non è una variabile facilmente controllabile, la natura sa sempre come sorprenderci. Quello di cui sono certo è che il popolo giapponese si rimiboccherà le maniche, come è abituato a fare in maniera impeccabile da sempre, e il Sol Levante tornerà a splendere. Confido nel loro spirito indomito e poco incline alle lagne (in questo caso molto più che giustificate), sapranno uscire fuori da questa catastrofe,anche se non senza difficoltà.
Difficoltà rappresentate, oltre che dalle scosse in sè, anche dai loro effetti sulle centrali nucleari. Preoccupa la situazione nella centrale di Fukushima dove si è verificata un esplosione e i livelli di radiazioni erano altissimi già ieri, livelli paragonabili a quelli annuali. Vale a dire che se della gente fosse stata esposta per un paio d'ore a quelle radiazioni avrebbe assorbito una quantità di radiazioni che in condizioni normali si assorbirebbe in un anno.La zona di Fukushima è stata ovviamente evacuata, ma il Giappone corre il  serio rischiodi una catastrofe nucleare. Si noti infatti che sono ben 11 (oltre a Fukushima), gli impianti nucleari presenti nella zona colpita dal sisma. Una catastrofe che dunque può assumere contorni ancora più inquietanti.

Quello che sta succedendo e potrebbe succedere in Giappone,mi fa sorgere un quesito un po' inquietante.
Ma se, un paese come il Giappone, avanti miliardi di anni luce rispetto all'Italia nella tecnologia anti-sismica e anche nucleare, è stato messo in ginocchio da un evento simile, siamo sicuri che sia una buona scelta installare delle centrali nucleari anche in Italia???
Io penso che nel 2009 a L'Aquila l'intensità del terremoto non era minimamente paragonabile agli 8.9 gradi della scossa che ha sconvolto il Giappone. E sappiamo tutti i danni enormi che ha provocato, non oso nemmeno pensare al rischio che si verifichi un tale evento in Italia, per di più in presenza di centrali nucleari.
In quel caso, sarebbe meglio trovarsi dall'altra parte del globo.
Nel frattempo, totale solidarietà al popolo giapponese, certo di una sua immediata risposta a tanta sorte avversa.

venerdì 11 marzo 2011

Finalmente il nuovo album dei REM!

Io amo i REM, li amo da quando poco più che adolescente mi capitò di ascoltare Imitation of Life, da li in poi ho deciso di seguire la band di Michael Stipe in ogni suo passo. Le mie orecchie sono state consumate dall'ascolto di capolavori come "Everybody Hurts", "Losing My Religion" o l'intero album "Automathic for the People", quello che io considero il migliore del gruppo.
Ho apprezzato anche un album molto criticato come Around The Sun, da molti considerato troppo moscio, ma che a me ha affascinato per le belle melodie, per il suono più pulito e la voce calda di Stipe. E cosi, dopo il più vivace Accelerate del 2008 è la volta del nuovissimo "Collapse Into Now", anticipato dal singolo "Uberlin", in radio già da un mese.
Premetto che ancora l'ho ascoltato per intero solo poche volte (è stato pubblicato il 7 Marzo), ma come sempre i ragazzi non mi hanno deluso!
Il nuovo lavoro della band di Athens, il quindicesimo in studio, ci regala una band di cinquantenni che sa ancora come fare a dovere il proprio mestiere. Collapse Into Now è un disco solido,che non aggiunge nulla di nuovo al loro sound, cosa che non è necessariamente un difetto. Anzi, i Rem non devono più dimostrare nulla a nessuno, e fanno esattemente quello che da loro ci si aspetta, OTTIMA MUSICA. Il disco miscela canzoni chiaramente più rockeggianti come la "Discoverer" che apre il disco ad altre più intimiste e melodiche come "Oh My Heart". Stipe e soci sono a proprio agio sia nelle ballate che nel rock più spinto (per i loro standard si intende, non aspettatevi pezzi alla AC\DC) e confezionano un disco sicuramente ottimo, cosi come il singolo "Uberlin".  Un album vario, ma in ogni sua singola canzone trasuda di quel classico stile Rem, che rende riconoscibile ogni loro brano.
In conclusione posso affermare che è un ottimo disco della band, non il capolavoro assoluto del gruppo, ma è sicuramente rappresentativo di quello che i REM rappresentano: una delle migliori band in circolazione.
E' sempre un piacere ascoltarli, è difficile trovare band o artisti che con oltre vent'anni di carriera alle spalle siano ancora capace di fare buona musica, come hanno dimostrato di poter fare i REM.
Buon ascolto!


TRACKLIST
"Discoverer"
"All the best"
"Uberlin"
"Oh my heart"
"It happened today" (con Eddie Vedder)
"Every day is yours to win"
"Mine smell like honey"
"Walk it back"
"Alligator_aviator_autopilot_antimatter" (con Peaches)
"That someone is you"
"Me, Marlon Brando, Marlon Brando and I"
"Blue" (con Patti Smith)
Sotto, il video di UBERLIN: 
 

domenica 6 marzo 2011

Telecronache marziane!

E' una mia impressione o i telecronisti attuali fanno cagare?
Forse parlo così perchè di recente ho visto una partita allo stadio e l'amosfera è nettamente  diversa rispetto alla poltrona di casa, e quindi ogni blateratore catodico, seppur bravo, mi sembra una ciofeca. Seguire i commenti delle partite di Serie A la domenica pomeriggio fa venire il voltastomaco. Parlo dei commentatori di Diretta Premium nel caso specifico.
Cioè, ma come cazzo parlano? Lasciamo da parte i telecronisti  faziosi, al quale Oronzo Canà darebbe lezioni di stile.Sono i telecronisti come Pellegatti che  quando segnano le loro squadre regrediscono mentalmente al QI di un qualsiasi palestrato del Grande Fratello, dei veri e propri esaltati.Hanno un soprannome anche per il terzo portiere e per il dottore che scende in campo a soccorrere gli infortunati. Dei veri e propri pippati del pallone, dei matti a piede libero prestati alle telecronache.
Io invece rimango atterrito dai telecronisti che si spacciano per seri, quelli imparziali, che infarciscono la telecronaca di sboronissimi termini inglesi. Durante Udinese- Bari un telecronista ha usato il termine POWERPLAY, che minchia sarebbe, una mossa finale di Mortal Kombat? Si potrebbe benissimo dire che l'Udinese sta facendo una grande azione,  e invece mi si dice che è un POWERPLAY. Al gol dell'Udinese mi sarei aspettato un bel "COWABUNGA" (da non confondere con Bunga Bunga).
L'altro geniaccio in Bologna - Cagliari preferisce dire SLOW DOWN invece di rallentatore. Questa giuro non la sapevo, SLOW DOWN, me la devo segnare.
E pensare che quando Piccinini infarciva le sue telecronache di "SCIABOLATA" e "BOMBA" pensavo fosse in corso una guerra. Forse un gergo poco calcistico (come minchia si fa una sciabolata con un pallone...) ma almeno rendeva l'idea.
Qua invece si sostituiscono vocaboli italiani con delle espressioni inglesi tanto per, forse per dimostrare che hanno studiato,sembra di sentir parlare degli italoamericani, mezze parole in "inglisc" e mezze in italiano, che in genere sono quelle di cui ancora non conoscono la traduzione. La voglia di togliere l'audio è stata fortissima quest'oggi, rimpiango il buon Pizzul. Lui si, che (Cazzo!) ti scandiva ogni fottuta sillaba, i suoi "L-A-C-A-TUUUS"  , "R-R-R-O-BEEEERTO BAG-GIO" , oppure "AT-TEN-ZIO-NEEEEE" ti facevano palpitare ogni volta. Se voleva farti cagare addosso ci riusciva.
Oggi i telecronisti sono dei prestavoce, un sottofondo di cazzate e ovvietà, e di statistiche che non servono a una mazza. Incapaci di farti provare un' emozione, se non quella di incazzarti e urlargli contro per fargli stare zitti.
Son più o meno come la forchetta nel brodo, NON SERVONO A UN CAZZO.

martedì 1 marzo 2011

Il piacere della lettura

Erano anni che non leggevo, ricordo che l'ultimo libro che lessi fu Gomorra di Roberto Saviano. Fu così bello che lo divorai in due giorni, consumandolo avidamente nelle ore notturne, in compagnia di un leggero fascio di luce che squarciava il buio e illuminava le pagine.
Ci sono voluti tre anni perchè mi rimettessi a leggere un libro, e non un libro di un Fabio Volo (lo odio, con le sue massime del cavolo) qualunque, ma un libro del "Re del Brivido", alias Stephen King. Il libro in questione era "L'acchiappasogni", un libro del 2001, che giaceva sotto un mucchio di polvere nella libreria di casa. Era un regalo per il mio compleanno, ma all'epoca mi scoraggiai dal leggerlo vista la grossa mole di pagine e gli esami imminenti.

Ma poi due mesi fa, la vista di quel libro ha riacceso in me la voglia di tuffarmi nella lettura (sempre nelle ore notturne), e mai scelta fu più giusta. Non per il libro in sè, di certo King ha scritto di meglio, ma per la capacità che ha questo scrittore di tenerti nel vivo del racconto, di farti sentire personaggio. Il libro ha una trama banalotta, parla di 4 amici che si trovano a tu per tu con un'invasione aliena e con il rischio di un virus mortale portato dai visitatori dello spazio, una storia già vista. Ma King riesce a rendere avvincente anche la storia più assurda e piatta, il suo modo di scrivere è avvolgente e desidereresti che il libro non finisse mai.
E cosi da allora non passa notte senza un buon libro che mi faccia compagnia, dopo King è stata la volta di Cormac McCarthy con il suo "La Strada" (The Road), dal quale è stato tratto un film con Viggo Mortensen. Un libro scritto in un linguaggio un po' più difficile rispetto a King, ma veramente struggente, toccante. D'altronde dalla stessa penna è uscito un capolavoro come "Non è un paese per vecchi"
Poi, inevitabilmente, il Re del Brivido è tornato ad accompagnare le mie notti con "The Dome", molto migliore rispetto a "L'acchiappasogni" e con una miriade di personaggi caratterizzati magistralmente dallo scrittore del Maine.

E' un piacere immergersi nella lettura, sentirsi parte del racconto, immaginarsi i personaggi, i paesaggi, le azioni descritte in un libro. Questo piacere può diventare invidia, in quanto a volte desiderei essere capace anch'io di scrivere qualcosa che possa appassionare qualcuno.
Per ora mi limito a leggere e ora che anche "The Dome" è stato concluso devo sbrigarmi a trovare un altro libro da divorare.

La mia mente ha bisogno di storie di fantasia, anche perchè guardare la realtà di questi tempi non è cosi gratificante.

Benvenuti su "L'angolo delle opinioni"

Ce l'ho fatta, ora ho anch'io un mio blog. Un blog per scrivere tutto ciò che mi passa per la testa, dove esternare i miei pensieri su svariati argomenti. Musica, sport, cinema, tv, attualità e chi più ne ha più ne metta.
Un blog dove posso essere io al cento per cento senza dover limitare il mio pensiero e il mio linguaggio. Un blog dove posso parlare della musica che ascolto, dei film che vedo, di quello che succede nel mondo, e dove posso farlo a modo mio.
Spero che i miei post siano apprezzati, non pretendo di insegnare nulla, tutto ciò che voglio è dire la mia. Se possibile usando anche un po' di ironia (scusate la rima da prima elementare!!!).
Buona lettura a tutti!