martedì 19 aprile 2011

NO AL NUCLEARE!!!


"NO AL NUCLEARE" non è più un grido di protesta, una speranza, un'opposizione ad una forma di energia rischiosa.Oggi questa frase è pura realtà: Il Governo ha deciso di interrompere il programma sul nucleare, cancellando cosi il quesito del referendum riguardante il nucleare e chiudendo la porta in faccia alla possibile costruzione di centrali nucleari in Italia.
Una decisione un po' tardiva devo dire, forse li a Roma stavano aspettando un altro terremoto in qualche altra parte del mondo per decidere il da farsi. L'importante però che sia arrivato questo stop, meglio tardi che mai.
L'incubo della maggior parte degli italiani di trovarsi una centrale proprio sottocasa non diventerà mai reale, almeno che non si tratti di un pesce d'aprile di  quel simpatico umorista di Silvio B.
Ora però è tempo di pensare al futuro, a come usare le fonti rinnovabili in maniera saggia e oculata, evitando di compiere scempi paesaggistici alquanto discutibili.
Come distruggere interi uliveti per installare pannelli fotovoltaici, tanto per fare un esempio.
Se è vera la storia della "fuga dei cervelli" dall'Italia, magari sarebbe ora di farne rientrare qualcuno e farlo lavorare ad un piano energetico serio in grado di soddisfare la richiesta di energia di un Paese come il nostro.
Intanto godiamoci questa buona notizia, una delle poche che non riguardano bunga bunga e leggi ad personam.
In tempi come questi non è cosa da poco.

giovedì 14 aprile 2011

Hanno ucciso Dylan Dog!


Perchè? Perchè? Perchè?
E' tutto ciò che mi viene da pensare dopo aver visto "Dylan Dog", film dedicato al leggendario fumetto creato da Tiziano Sclavi nel 1986. Ma a parte il titolo, in questo film non c'è nessuna traccia del Dylan Dog che noi lettori abbiamo conosciuto in questi anni di avventure a fumetti.

Innanzitutto, si nota da subito che il caro Indagatore dell'incubo non opera più a Londra, bensì a New Orleans (!).E già qui inizio a storcere il naso, le storie di Dylan sono fortemente caratterizzate dall'ambiente in cui si muove, dalla casa in Craven Road, dalla città di Londra, da Groucho. Ah si, Groucho....
Questi americanacci geni del cinema hanno pensato bene di fare un film su Dylan Dog senza il fedele assistente Groucho!!!! ERESIA, Groucho è un elemento importantissimo delle storie di Dylan, perfetta spalla comica del protagonista. Pare che dietro a questa scelta, ci sia una questione di diritti, cioè di SOLDI. La famiglia di Groucho Marx (il celebre attore di cui il personaggio ricalca le fattezze e il nome) a quanto pare ha preteso un trattamento economico non indifferente perchè il personaggio di Groucho apparisse nel film...
E già qui, mi verrebbe da piangere,ma decido di vedere il film comunque... Tenendo conto che data l'ambientazione a New Orleans manca anche l'ispettore Bloch mi viene la sensazione che il film sarà una gran delusione.  C'è solo Dylan, ma tutto il resto non c'è.
Dylan, ah già, il protagonista... Non so perchè ma hanno piazzato un palestrato americano che a vederlo non ci azzecca nulla col Dylan dei fumetti. Quello per intenderci, che è stato modellato sulle fattezze di Rupert Everett, che di certo non è un Mister Muscolo come quello che vediamo nel film. Anzi, a dire il vero non ci assomiglia per niente.
Ma vabbè, passiamo al film... Magari nonostante le varie licenze e modifiche inopportune risulta comunque godibile...
E invece no.. Una grandissima accozzaglia spaccona sui vampiri, un americanata pazzesca. Trama scontata, sembra la brutta copia di una delle peggiori puntate di Buffy L'ammazzavampiri. Una roba per teenager dementi.
In tanti albi di Dylan Dog non ho mai visto il personaggio cosi atletico e abile nello spezzare le ossa ai suoi avversari.Una macchina da guerra in piena regola. La frase "non abbiamo bisogno di un piano, ma solo di pistole più grandi" detta da Dylan durante il film è un qualcosa che ha l'effetto di un pugno nell'occhio sferrato dal campione del mondo di pugilato per chiunque abbia mai letto una sola pagina dei suoi fumetti. Una bestialità epocale, che dimostra quanto poco il regista e i suoi leccapiedi conoscano Dylan Dog.

Ora, capisco che  la trasposizione di un fumetto per il grande schermo non è cosa facile. Anche con i film dedicati ai supereroi si cambia qualcosa, qualche particolare.
In questo caso invece del vero Dylan Dog non c'è proprio nulla. Solo il nome del protagonista della storia. Questo film lo reputo un vero insulto a tutti coloro che da tempo aspettavano un film sul loro personaggio preferito, non riesco a capacitarmi di come Tiziano Sclavi abbia potuto permettere uno scempio simile.
In pratica gli americani hanno preso il suo lavoro e lo hanno buttato nel cesso, stravolgendo ogni cosa.
Come se ad esempio Batman avesse come assistente Capitan Ventosa al posto di Robin e che invece di Gotham City si trovi a Zagarolo (il primo paese che mi è venuto in mente...). Si chiama Batman, ma non c'entra un cavolo col vero Batman che tutti conoscono.

Vi prego, se amate Dylan Dog e ancora non avete visto il film, NON ANDATE MAI E POI MAI A VEDERLO.Meglio se andate in edicola ogni mese e spendete pochi euro per una nuova avventura del VERO DYLAN DOG, oppure rileggetevi i vecchi albi.

Di sicuro sarebbe meglio che vedere una tale cagata. Qui siamo di fronte ad un vero caso di omicidio cinematografico.
HANNO UCCISO DYLAN DOG

martedì 22 marzo 2011

Non è guerra, è "esportazione di democrazia"!

Sabato 19 Marzo, ore 17:45
Partono i primi caccia francesi pronti a bombardare Bengasi e a mettere fine al regime di Gheddafi. E' praticamente iniziata una nuova guerra, un nuovo tentativo di esportare democrazia in una terra afflitta dalla dittatura. Devo dire che arriviamo un po in ritardo eh, Gheddafi non è uscito ora dal liceo per dittatori ed è nei suoi 3 mesi di prova. Diciamo che sta li da più o meno quarant'anni, ma noi ci accorgiamo della dittatura solo ora. La nostra 150enne Italia poi si copre come sempre di ridicolo. Prima bacia le mani al dittatore, firma trattati di Amicizia, firma accordi commerciali. E poi, appena gli americani e i loro alleati decidono di usare le maniere forti contro "l'amico Gheddafi" si prostrano subito al loro volere. Le nostre basi, i nostri aerei, e tra un po' anche i nostri soldati... Siamo sempre al servizio degli americani, e dei loro scagnozzi francesi e inglesi.
Pronti a sottometterci come uno zerbino qualunque..
A me pare che quella libica non sia l'unica dittatura però questo gruppo di esportatori di democrazia sembra non saperlo. Mezza Africa è sotto dittatura, ma si interviene solo li. Inutile nascondersi sotto falsi proclami, se francesi, americani e inglesi vanno li non è certo per regalare al popolo libico la libertà. Si va in Libia perchè c'è il petrolio e il gas. Punto. Inutile sentire i soliti discorsi degli Alleati che parlano di valori, libertè, egalitè, democrazia...son tutti concetti finti, usati per giustificarsi con i propri popoli.
E' una guerra a scopo prettamente economico, se verrà deposto il generale le potenze si spartiranno le ricchezze di quella terra. E molto probabilmente l'Italia prenderà le briciole, come sempre. L'Italia che in Libia ha molti interessi economici la prenderà in quel posto, mentre francesi, inglesi e americani brinderanno alle loro nuove conquiste.
Le dittature nel mondo attualmente sono circa 40, ma evidentemente ci sono dittatori di serie A e dittatori di serie B. Gheddafi è uno di serie A, uno di quelli che va assolutamente rimosso. Poi se c'è tempo si pensa agli altri. Oh, i Bombaroli della Libertà mica possono pensare a tutto loro eh...

Cari popoli oppressi, abbiate pazienza, se non avete il petrolio come potete pretendere di essere liberati?

giovedì 17 marzo 2011

Viva l'Italia Unita... ma gli italiani lo sono?


Finalmente il 17 Marzo è arrivato, la celebrazione in pompa magna dei 150 anni dell'Unità d'Italia può avere inizio. E' da più di un anno che si prepara questa giornata, che si fa polemica su questa giornata. Si, in Italia si polemizza anche su questo. C'è gente che proprio la parola Italia non la vuole sentire, che la bandiera tricolore non la vuol vedere, che l'Inno di Mameli non lo vuol cantare. Questa gente di solito va in giro con cravatte verdi nei palazzi del potere a Roma e in parecchie città del Nord. Questa gente scappa via al minimo cenno di italianità, inorridisce se gli si dice che ha la stessa cittadinanza di altra gente che abita un po' più in giu' dell'Emilia Romagna. Per questa gente quel 17 Marzo del 1861 è quasi una disgrazia, mentre tutti parlano di Unità, loro parlano di secessione. La mia impressione è che esiste l'Italia, ma l'unità vera e propria è ancora lontana.
Poi c'è il popolo, quel popolo che non brilla certo per patriottismo. Quel popolo che magari festeggia puttanate assurde provenienti da altre nazioni, come ad esempio Halloween o la festa di San Patrizio. Per carità, saranno tradizioni anche affascinanti, ma sono tradizioni che non ci appartengono, noi siamo italiani, non siamo mica americani o irlandesi. Siamo pronti a difendere e a fare nostra qualunque cosa venga dall'estero, ma siamo pronti a criticare qualsiasi cosa venga dall'Italia. Siamo esterofili, in parte anche a ragione se si considera in che stato versa la salute del nostro Paese. L'unico momento che unisce davvero gli italiani è una partita della Nazionale, escludendo sempre quelli che girano in cravatta verde.
Quello che più mi incuriosisce è il fatto che di questa ricorrenza ci si ricordi solo dopo 150 anni. Per intenderci, gli altri anni qualcuno ha sentito parlare di Unità d'Italia e annesse celebrazioni in pompa magna? Io l'Unità d'Italia l'ho vista solo sui libri di scuola. Credo che una ricorrenza del genere vada celebrata tutti gli anni, non solo quando si raggiunge una cifra tonda e bella da scrivere sui manifesti o sui giornali. Vedo nazioni come Stati Uniti e Francia che ogni anno sono unite nelle loro feste nazionali, che vivono il momento come un unico popolo festante e gioioso. Il 4 Luglio in America è sempre festeggiato a dovere, cosi come il 14 Luglio in Francia.
In Italia prima di quest'anno mai nulla sull'Unità d'Italia, eppure mi sembra che la nascita di una nazione, di un popolo vada onorata sempre, e non solo una volta ogni cinquant'anni. La festa di quest'anno sembra quasi una forzatura, un qualcosa che va fatto solo per onorare la scadenza centocinquantennale.
E poi sinceramente molta gente pensa ci sia poco da festeggiare, forse questo è il momento in cui non si può essere tanto fieri di essere italiani.
In Italia c'è crisi, all'estero ci prendono in giro, ci sbeffeggiano. L'italiano ha poca voglia di festeggiare, preferirebbe che qualcuno risolva i problemi del Paese, ammesso che ci sia qualcuno in grado di farlo. C'è poco da stare uniti, ognuno tenta di accaparrarsi il suo piccolo spazio di serenità a discapito di qualcun'altro meno furbo.
Però oggi è festa, tutti abbracciati l'un l'altro a fare finta che vada tutto bene. Per azzannarci e fregarci l'un l'altro c'è tutto l'anno. L'Italia è una sola nazione, ma ancora non è un solo popolo, non ha un anima unica. La strada da fare è ancora lunga perchè si possa dire che l'Italia è veramente unita.

L'Italia è stata fatta 150 anni fa, ora è possibile fare anche gli italiani?
Nell'attesa, AUGURI ITALIA!

sabato 12 marzo 2011

Quando la natura si ribella: Giappone in ginocchio

Sembrano le scene di un film, un apocalisse di celluloide davanti alla quale ingurgitare infiniti sacchetti di pop corn sulla comoda poltrona di un cinema. Invece no, è la realtà, una realtà perentoria, inarrestabile. La realtà di una natura che non conosce argini, tant'è che a leccarsi le ferite è un paese come il Giappone, preparatissimo ad eventi catastrofici come questo. Una nazione in cui i propri abitanti imparano a conoscere il terremoto fin dalla culla, tanto è alto il rischio sismico in queste zone. Ogni giapponese sa quello che deve fare in caso di sisma, gli edifici giapponesi sono costruiti con tecnologie apposite, avanti mille anni luce rispetto a molti altri paesi (Italia, tanto per intenderci....). Eppure, non c'è stato modo di fermare quella macchina di distruzione che è la natura quando si infuria, come si ferma uno tsunami che genera onde alte 10 metri? Qui la tecnologia e la preparazione non può aiutare molto, la natura non è una variabile facilmente controllabile, la natura sa sempre come sorprenderci. Quello di cui sono certo è che il popolo giapponese si rimiboccherà le maniche, come è abituato a fare in maniera impeccabile da sempre, e il Sol Levante tornerà a splendere. Confido nel loro spirito indomito e poco incline alle lagne (in questo caso molto più che giustificate), sapranno uscire fuori da questa catastrofe,anche se non senza difficoltà.
Difficoltà rappresentate, oltre che dalle scosse in sè, anche dai loro effetti sulle centrali nucleari. Preoccupa la situazione nella centrale di Fukushima dove si è verificata un esplosione e i livelli di radiazioni erano altissimi già ieri, livelli paragonabili a quelli annuali. Vale a dire che se della gente fosse stata esposta per un paio d'ore a quelle radiazioni avrebbe assorbito una quantità di radiazioni che in condizioni normali si assorbirebbe in un anno.La zona di Fukushima è stata ovviamente evacuata, ma il Giappone corre il  serio rischiodi una catastrofe nucleare. Si noti infatti che sono ben 11 (oltre a Fukushima), gli impianti nucleari presenti nella zona colpita dal sisma. Una catastrofe che dunque può assumere contorni ancora più inquietanti.

Quello che sta succedendo e potrebbe succedere in Giappone,mi fa sorgere un quesito un po' inquietante.
Ma se, un paese come il Giappone, avanti miliardi di anni luce rispetto all'Italia nella tecnologia anti-sismica e anche nucleare, è stato messo in ginocchio da un evento simile, siamo sicuri che sia una buona scelta installare delle centrali nucleari anche in Italia???
Io penso che nel 2009 a L'Aquila l'intensità del terremoto non era minimamente paragonabile agli 8.9 gradi della scossa che ha sconvolto il Giappone. E sappiamo tutti i danni enormi che ha provocato, non oso nemmeno pensare al rischio che si verifichi un tale evento in Italia, per di più in presenza di centrali nucleari.
In quel caso, sarebbe meglio trovarsi dall'altra parte del globo.
Nel frattempo, totale solidarietà al popolo giapponese, certo di una sua immediata risposta a tanta sorte avversa.

venerdì 11 marzo 2011

Finalmente il nuovo album dei REM!

Io amo i REM, li amo da quando poco più che adolescente mi capitò di ascoltare Imitation of Life, da li in poi ho deciso di seguire la band di Michael Stipe in ogni suo passo. Le mie orecchie sono state consumate dall'ascolto di capolavori come "Everybody Hurts", "Losing My Religion" o l'intero album "Automathic for the People", quello che io considero il migliore del gruppo.
Ho apprezzato anche un album molto criticato come Around The Sun, da molti considerato troppo moscio, ma che a me ha affascinato per le belle melodie, per il suono più pulito e la voce calda di Stipe. E cosi, dopo il più vivace Accelerate del 2008 è la volta del nuovissimo "Collapse Into Now", anticipato dal singolo "Uberlin", in radio già da un mese.
Premetto che ancora l'ho ascoltato per intero solo poche volte (è stato pubblicato il 7 Marzo), ma come sempre i ragazzi non mi hanno deluso!
Il nuovo lavoro della band di Athens, il quindicesimo in studio, ci regala una band di cinquantenni che sa ancora come fare a dovere il proprio mestiere. Collapse Into Now è un disco solido,che non aggiunge nulla di nuovo al loro sound, cosa che non è necessariamente un difetto. Anzi, i Rem non devono più dimostrare nulla a nessuno, e fanno esattemente quello che da loro ci si aspetta, OTTIMA MUSICA. Il disco miscela canzoni chiaramente più rockeggianti come la "Discoverer" che apre il disco ad altre più intimiste e melodiche come "Oh My Heart". Stipe e soci sono a proprio agio sia nelle ballate che nel rock più spinto (per i loro standard si intende, non aspettatevi pezzi alla AC\DC) e confezionano un disco sicuramente ottimo, cosi come il singolo "Uberlin".  Un album vario, ma in ogni sua singola canzone trasuda di quel classico stile Rem, che rende riconoscibile ogni loro brano.
In conclusione posso affermare che è un ottimo disco della band, non il capolavoro assoluto del gruppo, ma è sicuramente rappresentativo di quello che i REM rappresentano: una delle migliori band in circolazione.
E' sempre un piacere ascoltarli, è difficile trovare band o artisti che con oltre vent'anni di carriera alle spalle siano ancora capace di fare buona musica, come hanno dimostrato di poter fare i REM.
Buon ascolto!


TRACKLIST
"Discoverer"
"All the best"
"Uberlin"
"Oh my heart"
"It happened today" (con Eddie Vedder)
"Every day is yours to win"
"Mine smell like honey"
"Walk it back"
"Alligator_aviator_autopilot_antimatter" (con Peaches)
"That someone is you"
"Me, Marlon Brando, Marlon Brando and I"
"Blue" (con Patti Smith)
Sotto, il video di UBERLIN: 
 

domenica 6 marzo 2011

Telecronache marziane!

E' una mia impressione o i telecronisti attuali fanno cagare?
Forse parlo così perchè di recente ho visto una partita allo stadio e l'amosfera è nettamente  diversa rispetto alla poltrona di casa, e quindi ogni blateratore catodico, seppur bravo, mi sembra una ciofeca. Seguire i commenti delle partite di Serie A la domenica pomeriggio fa venire il voltastomaco. Parlo dei commentatori di Diretta Premium nel caso specifico.
Cioè, ma come cazzo parlano? Lasciamo da parte i telecronisti  faziosi, al quale Oronzo Canà darebbe lezioni di stile.Sono i telecronisti come Pellegatti che  quando segnano le loro squadre regrediscono mentalmente al QI di un qualsiasi palestrato del Grande Fratello, dei veri e propri esaltati.Hanno un soprannome anche per il terzo portiere e per il dottore che scende in campo a soccorrere gli infortunati. Dei veri e propri pippati del pallone, dei matti a piede libero prestati alle telecronache.
Io invece rimango atterrito dai telecronisti che si spacciano per seri, quelli imparziali, che infarciscono la telecronaca di sboronissimi termini inglesi. Durante Udinese- Bari un telecronista ha usato il termine POWERPLAY, che minchia sarebbe, una mossa finale di Mortal Kombat? Si potrebbe benissimo dire che l'Udinese sta facendo una grande azione,  e invece mi si dice che è un POWERPLAY. Al gol dell'Udinese mi sarei aspettato un bel "COWABUNGA" (da non confondere con Bunga Bunga).
L'altro geniaccio in Bologna - Cagliari preferisce dire SLOW DOWN invece di rallentatore. Questa giuro non la sapevo, SLOW DOWN, me la devo segnare.
E pensare che quando Piccinini infarciva le sue telecronache di "SCIABOLATA" e "BOMBA" pensavo fosse in corso una guerra. Forse un gergo poco calcistico (come minchia si fa una sciabolata con un pallone...) ma almeno rendeva l'idea.
Qua invece si sostituiscono vocaboli italiani con delle espressioni inglesi tanto per, forse per dimostrare che hanno studiato,sembra di sentir parlare degli italoamericani, mezze parole in "inglisc" e mezze in italiano, che in genere sono quelle di cui ancora non conoscono la traduzione. La voglia di togliere l'audio è stata fortissima quest'oggi, rimpiango il buon Pizzul. Lui si, che (Cazzo!) ti scandiva ogni fottuta sillaba, i suoi "L-A-C-A-TUUUS"  , "R-R-R-O-BEEEERTO BAG-GIO" , oppure "AT-TEN-ZIO-NEEEEE" ti facevano palpitare ogni volta. Se voleva farti cagare addosso ci riusciva.
Oggi i telecronisti sono dei prestavoce, un sottofondo di cazzate e ovvietà, e di statistiche che non servono a una mazza. Incapaci di farti provare un' emozione, se non quella di incazzarti e urlargli contro per fargli stare zitti.
Son più o meno come la forchetta nel brodo, NON SERVONO A UN CAZZO.